Trapianto di capelli: una soluzione definitiva

Soprattutto nelle donne, ma anche negli uomini, la perdita dei capelli può significare un brusco calo dell’autostima, che può portare ad avere problemi psicologici e difficoltà nelle relazioni interpersonali e più in generale nello svolgimento della vita sociale; questo può avere ripercussioni importanti sulla salute mentale e condurre perfino all’isolamento dalle altre persone.

Per questo motivo, è importante capire quali sono le cause del diradamento e muoversi per cercare una soluzione il più naturale e duratura possibile. Se in alcuni casi possono aiutare delle terapie di natura farmacologica, in altri l’unica soluzione possibile per contrastare questo fenomeno e riguadagnare la propria chioma è il trapianto di capelli. In questo articolo, vediamo nel dettaglio come si svolge l’operazione.

Indice:

Fase uno: le visite preliminari

Naturalmente, la condizione imprescindibile è essersi già sottoposti ad analisi e visite per capire la causa scatenante della caduta: senza aver trattato il motivo, la calvizie potrebbe infatti ripresentarsi anche in un secondo momento, andando così a colpire i capelli impiantati.

Una volta identificata e trattata la causa della calvizie e deciso di optare per un autotrapianto (così chiamato perché i capelli provengono da altre zone della testa del paziente stesso), il momento più importante affinché l’intervento abbia un buon esito è quello delle visite preliminari: queste infatti sono fondamentali per capire se ci si può sottoporre all’operazione e se l’impianto andrà a buon fine.

Ciò su cui si va a porre l’attenzione in queste visite è la zona di prelievo. Nella maggior parte dei casi, infatti, chi soffre di calvizie o alopecia conserva una sorta di corona di capelli intorno alla testa, resistente all’agente che provoca il diradamento. Proprio per questa sua caratteristica resistenza, è da quest’area che vengono prelevate le unità follicolari da reimpiantare: è quindi necessario analizzare i capelli di questa zona per verificare che siano sani e stabilire il numero di unità da poter prelevare senza stressare eccessivamente l’area di prelievo.

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Fase due: l’operazione

Una volta svolti tutti gli esami preliminari con esito positivo, lo specialista procederà con l’operazione chirurgica, coadiuvato in alcuni casi da innovativi strumenti robotici. L’intervento ha una durata relativamente breve: può infatti durare dalle tre alle cinque ore, e viene normalmente eseguito in anestesia locale.

Come prima cosa, vengono prelevate le unità follicolari dall’area di prelievo, nel numero stabilito sulla base delle visite preliminari; ciascuna di tali unità può contenere fino a quattro bulbi piliferi. In seguito, le unità prelevate vengono impiantate una a una nella zona colpita dal diradamento, seguendo il verso di crescita e la disposizione dei capelli del paziente in modo da ottenere un risultato il più naturale possibile.

Grazie alle attente visite preliminari e all’esperienza degli specialisti, il periodo post operatorio non presenta complicazioni particolari. La cosa importante da tenere in considerazione è che non bisogna illudersi di recuperare la chioma di un tempo subito dopo l’intervento: i capelli sono infatti cortissimi al momento dell’impianto e hanno bisogno delle naturali tempistiche per crescere. Potrebbe essere quindi necessario attendere diversi mesi o anche un anno prima di ottenere l’effetto pieno e naturale desiderato.